Arianna Gigliotti presenta:
"Uomini e no" di Elio Vittorini


Elio Vittorini
Elio Vittorini nacque a Siracusa nel 1908 da famiglia di modeste condizioni che lo costrinsero a cercare lavoro e, quindi, a lasciare presto le scuole tecniche. Prima fece l'operaio edile in Friuli, poi, nel 1930, dopo avere sposato la sorella di Quasimodo, Rosa Maria, si trasferì a Firenze. Qui lavorò come correttore di bozze per La Nazione. All'inizio assunse posizioni vicine al fascismo rivoluzionario ma dall'ambiente della rivista Solaria trasse lo stimolo a diventare antifascista, europeista, universalista, antitradizionalista. Nel 1936 iniziò il romanzo Erica e i suoi fratelli, che abbandonò incompiuto allo scoppio della guerra di Spagna poiché lo scrittore volle raggiungere i repubblicani spagnoli per lottare con loro contro il fascismo. Perciò venne definitivamente espulso dal partito fascista. Nel luglio del 1943 fu rinchiuso nel carcere Milanese di San Vittore; liberato l'8 settembre, prese parte attiva della Resistenza. Tra la primavera e l'autunno del 1944 scrisse in semi-clandestinità il romanzo Uomini e no, ispirato alla lotta partigiana. Finita la guerra, Vittorini si stabilì a Milano. Fu il più noto tra gli intellettuali italiani, impegnati nella vita politica e civile. Nel settembre del 1945 uscì, pubblicato da Einaudi, il primo numero della rivista Il Politecnico da lui diretto. Visse gli ultimi anni con Ginetta, sua compagna dal 1943: fu lei ad assisterlo durante la malattia che lo portò alla morte, a Milano, nel 1966. 

"Uomini e no"
Vittorini quando scrisse questo libro era in fuga dai soldati fascisti. Siamo tra la primavera e l'autunno del '44, il periodo della la Resistenza. Egli racconta di sè e della sua esperienza straziante. Parla di un uomo, della sua ribellione e di quella dimensione umana interiore che tiene insieme i pezzi che altrimenti cadrebbero dispersi nel caos drammatico vissuto in quel periodo.